FFP2 e FFP3: Differenze mascherine con filtri monouso

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FFP2 e FFP3: Differenze mascherine con filtri monouso
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Elevata sicurezza contro virus, batteri e malattie trasmissibili
Filtri protettivi contro agenti esterni
Anti polvere
Agevolano la respirazione evitando la condensa
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Cosa vogliono dire i codici identificativi ffp2 e ffp3? Che differenza c’è tra le due mascherine monouso? Come scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze? Quali sono i migliori presidi contro il coronavirus? E soprattutto: quali sono le migliori mascherine per corona virus? Risponderemo a ciascuno di questi quesiti nel modo più chiaro e completo possibile.

Aggiornato - 21.03.2020 Mascherine ffp2 e ffp3

Mascherine DPI e DM

Andiamo con ordine e iniziamo col dire che esistono due macro-categorie principali di mascherine: DPI e DM. Le DM (Dispositivi Medici), sono dette anche mascherine chirurgiche. Esse impediscono la diffusione di agenti patogeni da persone malate. Tuttavia non proteggono chi le indossa da contaminazioni esterne. Le DPI, cioè Dispositivi di Protezione Individuale, schermano il portatore da inquinanti e rischio biologico, ma non il contrario.

Mascherine antivirus: quelle efficaci contro il Covid19

mascherina per corona virus

Appare chiaro che le uniche efficaci contro il Covid19 sono le mascherine DPI. Esse sono inutili se indossate da persone già contagiate. Infatti queste dovrebbero invece usare le DM per salvaguardare gli altri. Dei Dispositivi di Protezione Individuale meglio puntare sulle tipologie ffp2 e ffp3.

Nel settore alimentare le mascherine usa e getta hanno solo scopo igienico. Servono cioè ad evitare di contaminare i cibi durante lavorazione, manipolazione o confezionamento. Però non garantiscono alcuna protezione contro le infezioni da virus e batteri.

Mascherine filtranti: tutto quello che c’è da sapere

Passiamo ora a chiarire il significato dell’acronimo ffp, vale a dire Filtering Facepiece Particles. La traduzione italiana è “Facciale Filtrante contro le Particelle” con classi ffp1, ffp2 e ffp3.

Le mascherine filtranti servono a difendere l’apparato respiratorio da virus, fumi, polveri, gas e aerosol nocivi o cancerogeni. Possono essere composte da strati in microfibra di policarbonato o in polipropilene.
Le sezioni sono dotate di carica elettrostatica per aumentare la capacità isolanti. I test di filtraggio ai solidi e liquidi, vengono effettuati con olio di paraffina o cloruro di sodio. Di seguito elencheremo la classe di efficienza da quella più alta a quella più bassa.

Mascherine ffp3

mascherine con filtri

Massimo coefficiente di filtraggio (98%) in grado di trattenere particelle fino a 0,6 micron. Garantiscono protezione da agenti esterni e patogeni, sostanze solide, liquide, fumi tossici, sostanze radioattive e cancerogene. Sono attive contro componenti molto sottili e pericolosi come fibre di piombo, amianto, ceramiche e cemento.

Mascherine ffp2

ffp2

Alto coefficiente di filtraggio (92%), capaci di trattenere particelle fino a 0,6 micron. Proteggono da particelle solide, liquide e da polveri tossiche. Schermano da spore fungine e virus influenzali. Trattengono limature metalliche, scarti di saldatura o sabbiatura. Sono efficaci anche per vapori di vernici o resine, per particelle di marmo o legno.

Mascherine ffp1

Basso coefficiente di filtraggio (72%), denominata anche maschere antipolvere. Sono adatte per schermare il portatore da polvere e particelle fini non tossiche. Adoperante nell’industria metallurgica, tessile, alimentare, in falegnameria e artigianato. Riescono a trattenere zolfo, carbone, limatura di legno o di ferro, grafite, silice e lana di vetro.

Per finire ci sono anche mascherine realizzate in tecnopolimeri o elastomeri, dotate di filtri sostituibili P2 e P3, cioè antipolvere. L’efficienza filtrante è paragonabile ai dispositivi ffp2 e ffp3, ergonomiche ma più pesanti.

Come indossare correttamente la mascherina

Non basta scegliere la giusta mascherina, bisogna ovviamente adoperarla nel modo giusto. Prima di indossarla è buona regola lavarsi le mani con sapone, detergenti alcolici o a base di cloro. Va afferrata per l’elastico, evitando di toccarla davanti o all’interno. È necessario coprire naso e bocca senza lasciare spazi liberi.

Allo stesso modo quando la si toglie bisogna prenderla dall’elastico. Dopo l’uso va gettata via e ci si deve lavare nuovamente le mani. Massima attenzione a chi ha barba o baffi folti che possono ostacolare l’aderenza. La mascherina è inutile per i bambini perché non si può garantire il posizionamento corretto e sicuro.

Per spiegartelo meglio però abbiamo pensato di indicarti un video dettagliato all’utilizzo.

Maschere con filtri: un’importante precisazione

L’espressione filtri viene spesso interpretata male o usata erroneamente. Infatti nel caso delle mascherine di classe ffp2 e ffp3 si tratta piuttosto di valvole. Queste servono ad agevolare la respirazione e impedire la formazione di condensa.

Le mascherine ffp2 e ffp3 non sono adatte a soggetti già contagiati. Proteggono chi è già malato, continuando ad espellere aerosol verso l’esterno. La scelta della giusta maschera dipende anche dai seguenti criteri:

  • Tasso di ossigeno presente nell’ambiente
  • Natura del contaminante – nota o sconosciuta, odore o inodore
  • Contesto di lavoro
  • Spazio in cui si opera

Le maschere filtranti vere e proprie sono provviste di dispositivi di schermatura contro gas o polveri. I filtri antigas si dividono in classi: 1, 2, 3, riferite rispettivamente ad un contenuto in volume di 0,1%, 0,5% e 1%. Ad esse va abbinato un codice che ne definisce la destinazione d’uso secondo direttiva 89/686/CEE.

A. Vapori organici con punto di ebollizione maggiore di 65°C, idrocarburi e solventi.
AX. Vapori e gas organici con punto di ebollizione minore o uguale a 65°C.
B. Vapori e gas inorganici, tranne il monossido di carbonio.
E. Acidi e diossidi.
K. ammoniaca e derivati amminici.
P. Liquidi e polveri tossiche, sostanze solide e aerosol.
CO. Monossido di carbonio.
HG. Vapori di mercurio.
NOX. Ossido e monossido di azoto.
I. Iodio.

Cosa cambia nelle mascherine con filtri antipolvere?

maschera con filtri

A differenza dei dispositivi ffp2 e ffp3, le mascherine con filtri antipolvere si distinguono in P1, P2 e P3. Dalla classe più bassa a quella più alta, cambia il livello di separazione delle particelle. Maggiore è il coefficiente, maggiore sarà la capacità di filtraggio contro polveri via via meno compatte.

Infine i filtri combinati sono quelli che uniscono capacità antigas e antipolvere. Essi sono utili sia contro i vapori che contro gli aerosol. La durata media di un filtro dipende ovviamente dalla sua capacità performante. Ad influire però vi è anche la concentrazione di contaminanti nell’ambiente. Dopo ogni utilizzo bisogna sempre ricordarsi di chiudere i filtri.

Vi sono poi maschere a ventilazione libera e assistita. Le prime filtrano l’aria attraverso l’azione fisiologica del portatore. Le seconde sono dotate di un sistema motorizzato che agevola il passaggio dell’aria mentre la filtra.

Esistono infine maschere complete che isolano non solo naso e bocca ma anche gli occhi, con sistema di adduzione d’aria, ottime per operazioni di lunga durata come verniciatura e saldatura o anche in fogne e pozzi.

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Stiamo sentendo sempre più spesso parlare di mascherine ffp2 e ffp3. Ma in cosa si differenziano esattamente? Scoprilo con noi in questa guida dettagliata.

PROS
  • Elevata sicurezza contro virus, batteri e malattie trasmissibili
  • Filtri protettivi contro agenti esterni
  • Anti polvere
  • Agevolano la respirazione evitando la condensa
CONS
  • Meno economiche rispetto a quelle ad uso chirurgico
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