Un tè a Chaverton House: il romanzo rosa in top 10


Qual è il dilemma più famoso dopo “essere o non essere”? Ovviamente è “ragione o sentimento?” E ancora, chi l’ha detto che la seconda occasione è pure l’ultima? Questi due quesiti mettono in moto la trama della nuova fatica letteraria di Alessia Gazzola. Si parla di Un tè a Chaverton House.
Con questa, l’apprezzata autrice del popolare ciclo de L’allieva, firma la sua quattordicesima opera. Pubblicato il 15 marzo 2021, è già tra i libri più venduti della stagione. È nella top 10 dei titoli di successo, e tende al rialzo. il volume è disponibile in formato kindle o con copertina flessibile.
Trama del romanzo rosa Un tè a Chaverton House
C’è chi ha un sogno nel cassetto e chi un’intera cassettiera. Angelica Bentevegna appartiene al secondo gruppo. I suoi desideri però sono semplici come le parole: amore, casa e famiglia. Nonostante ciò colleziona delusioni e difficoltà su tutti i fronti. Infatti lascia un fidanzato infedele e un appartamento ormai vuoto. Infine per i genitori lei è la pecora nera perché inconcludente.
Dal “basso” degli appena 27 anni si prova tante vite proprio come dei vestiti. Ex insegnante di inglese, molla tutto per lavorare in un forno. Ha talento per la pasticceria, ma per i suoi sta soltanto sprecando tempo. Tuttavia il destino la condurrà sulle tracce del bisnonno materno Angelo. Catturato dagli inglesi, l’uomo è morto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Alcune lettere ritrovate, però raccontano un’altra versione. La ragazza ci rimugina mentre beve un tè a Chaverton House, dove ora fa la guida turistica. La maestosa dimora nel Dorset è anche il set di una serie tv di successo. Lei racconta particolari curiosi ai visitatori. Intanto indaga, a caccia della verità. A “distrarla” dal suo compito c’è Alessandro, tenebroso e sfuggente manager della tenuta.
Tra i due scatta subito una speciale alchimia. Lei lo coinvolgerà nella sua piccola missione. Lui l’aiuterà nella ricerca, e a rimettersi ancora una volta in gioco. Così lontano dalla terra dov’è nata, Angelica troverà finalmente il suo posto? Quel viaggio nel passato, le servirà a ritrovare sé stessa e il gusto di vivere il presente?
Benarrivata Angelica!

Con Un tè a Chaverton House la Gazzola aggiunge un altro volto alla sua galleria di personaggi femminili. La prima è senza dubbio Alice Allevi de L’allieva. Poi c’è Costanza Macallè (Questione di Costanza, Costanza e i buoni propositi). Si continua con Emma De Tessent di Non è la fine del mondo. Si conclude con Lena di Lena e la tempesta. L’ultima è Angelica, ma è come conoscerla già.
È sua la voce narrante di questo romanzo rosa che possiede pure alcune tinte di giallo. In un ben dosato mix di romance e mistery, lei si muove leggera e autoironica. Non è solida come roccia, né volatile come aria. È esattamente come l’acqua. Si adatta resiliente al suo contenitore. Però non la si può comprimere troppo senza farla scappare via. Angelica è una romantica e una sognatrice.
Incarna pregi e difetti della sua età e della sua generazione. È una confidente e una compagna di giochi. La sua imperfezione la rende così autentica da sembrare vera. Ha una storia che nasce da un gruppo di lettura della scrittrice messinese. L’idea era creare una figura di donna fragile ma coraggiosa. Il contesto poi è un luogo immaginario dove rifugiarsi dall’ingombrante quotidianità.
Tuttavia questo angolo ideale non è una spiaggia dei Caraibi o a una città d’oltre oceano. Si tratta infatti della placida e suggestiva campagna inglese. Perché dopo tutto, non c’è posto più esotico e misterioso del vecchio continente.
L’opinione dei lettori
Ogni libro è un mondo a sé. Però una cosa è certa, Alessia Gazzola sa sempre come empatizzare con il lettore. Lo stesso accade anche con Un tè a Chaverton House. Il resto è questione di sfumature e gusti personali. Alcuni intravedono lo stesso profilo della protagonista de L’allieva.
Altri, sotto diversa luce, scorgono l’ombra vaga di Emily Brontë e di Jane Austen. C’è poi una parte di pubblico a cui questi paragoni fanno davvero storcere il naso. Perché quel romanzo rosa non è lontanamente paragonabile a capolavori come Cime Tempestose o Ragione e sentimento. Il successo a volte è una condanna. Come se vendere tante copie sia sinonimo di mediocrità.
In platea ci sono soprattutto donne. Ma tra queste spiccano pure le più critiche. Il punto di forza è il doppio filo conduttore della storia. In pratica il binomio “ricerca della verità e ricerca di sé” è il cuore della storia. Forse non convince il tono “troppo spensierato” del racconto. Perché si sa che tutti amano il lieto fine, ma solo dopo un infausto sviluppo.
Un tè a Chaverton House: leggero ma pieno di significato

Breve e inconsistente, questi due aggettivi riassumono il pensiero di alcuni dei lettori più delusi. In pratica si tratta di un romanzo rosa stile Harmony. Le pagine sono un susseguirsi di vuote citazioni colte. L’intento è nascondere solo la scarsità di ispirazione. È servito poco impegno a scriverlo. Ne serve ancora meno per leggerlo.
Rispetto ad altri racconti della Gazzola questo non ha lo stesso spessore. Agli scrittori di successo purtroppo si dà troppa carta bianca. A volte però questa dovrebbe restare esattamente così, cioè vuota. Come se non bastasse, il libro si conclude con l’espediente abusato della ricetta di cucina.
Intenso e scorrevole sono invece gli attributi dati da chi è da sempre fan dell’autrice. Il racconto è piacevole e romantico ma mai smielato. Colpisce e coinvolge con la sua scrittura garbata ed efficace. Humor, mistero e sentimento, questa storia ha davvero tutto.
Se c’è un difetto è che si legge troppo alla svelta. Il testo infonde energia e serenità. È il caso di dire che “Un tè a Chaverton House distende più di una camomilla e tonifica meglio di un caffè”. Sembra leggero ma è pieno di significato. Parla della paura di osare e della bellezza di vincerla.
Una favola moderna per lettori all’antica
Un romanzo, anche se frutto di fantasia, ha pure bisogno di realtà. Questo è il presupposto che secondo diversi lettori manca al libro di Alessia Gazzola. Infatti la storia è visibilmente artefatta. La cosa più inverosimile sono i dialoghi dei protagonisti. Inoltre le atmosfere non ricreano efficacemente le ambientazioni “british”. Per finire, l’epilogo è frettoloso. Lascia il lettore confuso e pieno di domande.
I gusti sono gusti, si sa. Tuttavia chi non comprende la bellezza di Un tè a Chaverton House ha solo travisato il messaggio. Il punto di vista è di coloro che si immedesimano totalmente nel testo. Infatti, se di favola si tratta, ci sta pure una necessaria “sospensione di incredulità”. A parte questo, i personaggi sono stupendi. Lo è altrettanto la chimica che si crea tra loro. In sintesi si tratta di uno dei romanzi rosa più belli degli ultimi anni.
La recensione finisce qui ma il tuo viaggio in Gran Bretagna comincia soltanto adesso. Noi siamo piloti, assistenti di volo e vicini di posto. Però dopo l’atterraggio tocca a te visitare la meta. Gustati questo libro come una vera e propria vacanza. Scoccate le “cinque” non perderti Un tè a Chaverton House, e nel frattempo, lasciaci un commento.