Sembra strano anche a me: la storia di Can Yaman


L’espressione “essere un libro aperto” calza a pennello quando si parla di un’autobiografia. Quella di oggi è Sembra strano anche a me, che in pratica è la storia di Can Yaman. Amato e desiderato dalle donne, ammirato e invidiato dagli uomini, lui è infatti uno dei protagonisti del momento.
Il 30 novembre del 2021 esordisce in libreria con un picco di vendite che dura fino a Natale. Non a caso Mondadori sforna un’edizione normale e una limitata. Quest’ultima comprende pure un campioncino del profumo Mania, firmato dall’attore turco. Sembra strano anche a me è disponibile in formato cartaceo con copertina flessibile.
Di cosa parla “Sembra strano anche a me”
Dall’infanzia alla maturità tra vita privata e carriera, Can Yaman condivide i suoi 32 anni ricchi di eventi e di esperienze. In 176 pagine ci sono infatti alti e bassi, luci e ombre di un’esistenza più normale di quello che si immagina ma più speciale di quello che si pensa. Ecco che l’attore parla della sua famiglia, del rapporto con le donne, delle sue insospettabili insicurezze e fragilità.
Dietro l’aspetto del “macho” e del sex symbol, emerge pure la figura di un uomo profondo e complesso. Studente modello in gioventù, ripone nel cassetto una realtà da promettente avvocato per tirare fuori il sogno della recitazione. L’avvenenza c’è e di certo aiuta, però di bei ragazzi è pieno il mondo. Lui ci mette anche il talento, l’ambizione, e un carisma non comune a tutti.
Can possiede una mascolinità esuberante, ma è inoltre un individuo colto, umile e autentico. Scoprire queste qualità lo rende ancora più interessante e meno distante dalla quotidianità. “Sembra strano anche a me” ripercorre le tappe del passato i progetti per l’avvenire. Questo volume è un diario intimo, un bilancio di vittorie e sconfitte. Per finire è pure il modo che ha un semplice ragazzo, di ringraziare il pubblico per la sua fama e fortuna.
Sembra strano anche a me: l’opinione dei lettori
Pochi “lettori” e tante “lettrici”, questa in sostanza è la platea di Sembra strano anche a me, il libro su Can Yaman. Infatti il pubblico è principalmente quello delle sue ammiratrici. Tuttavia non mancano pure fan di sesso maschile che lo prendono a modello per il look e il fisico perfetto.
C’è anche la schiera dei curiosi e dei soliti onnivori editoriali. Questi in particolare consumano un po’ di tutto per essere “sempre sul pezzo”. Gli stessi sono però anche i più critici e severi di tutti.
Il buon Can infatti desidera che la gente lo conosca e lo apprezzi non solo per la forma, ma anche per la sostanza. Tuttavia molte delle quasi 180 pagine, contengono foto che evidenziano più i muscoli che il cervello. Per finire c’è pure il campioncino di profumo firmato. Da vari punti di vista quindi, questo prodotto editoriale assomiglia più ad una rivista rosa che a un vero e proprio libro.
Per altri, e soprattutto per altre, Sembra strano anche a me è un testo valido a prescindere dal marketing che gli gira intorno. Immagini e gadget promozionali competono più a chi gestisce gli affari dell’attore e alla casa editrice. Spesso infatti anche autori come Hemingway escono in edicola con accessori di ogni tipo. Questo però non toglie nulla alla bellezza delle loro opere.
La storia di Can Yaman si legge senza pregiudizi o preconcetti. Troppo facile liquidarlo come il classico bello fuori e vuoto dentro. Solo con questo approccio ci si gode un racconto coinvolgente e piacevole. Nessuno dice che si tratti di un capolavoro della letteratura. È in pratica una “risposta lunga” a tante domande su uno dei personaggi più popolari degli ultimi anni. Ciò che aggiunge valore e colore è che la replica sia proprio del diretto interessato.
Un Can che “abbaglia e non demorde”

Basta alle autobiografie precoci che si ripetono ogni 5 o 10 anni. Molti infatti sottolineano che una volta queste pubblicazioni raccoglievano le memorie di una vita. Sempre più spesso invece, personaggi famosi raccontano sé stessi più volte, e aggiungono qualcosa ad ogni nuovo libro.
Inoltre “Sembra strano anche a me” contiene ben poco di inedito. Il racconto comprende per la maggior parte informazioni diffuse già tramite internet o interviste varie. Questo volume è la morte della letteratura di qualità e il trionfo dell’editoria di quantità. Si tratta di una specie di versione del giornalino “Cioè” di 176 pagine. È evidente infine l’opera di un buon ghostwriter.
Si cambia decisamente registro quando prendono la parola i fan e le fan. Per questi non c’è lo zampino di nessun ghostwriter, ma solo di un necessario traduttore. L’autore infatti è turco, e anche se poliglotta, non conosce l’italiano così bene da scrivere in modo fruibile e corretto al 100%.
La storia di Can yaman è un viaggio suggestivo nella Turchia degli anni ’80. C’è ciò che lo ha formato ma pure segnato. Ad ogni pagina si entra in punta di piedi nell’intimità di un ragazzo che si è fatto da solo. Si scopre così una persona intelligente e determinata che non si arrende mai.
Affascina per la sua genuinità ed è più chiara ora tutta la fatica del suo lungo percorso. La sua forza di volontà e la sua disciplina servono da esempio a tanti giovani. Noi ci fermiamo qui, però la tua curiosità no di certo. Non rimane che leggere il resto sul libro e poi lasciarci un commento.