Mille splendidi soli: il successo di Khaled Hosseini


“Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana….” è la frase di inizio del mitico Guerre Stellari. Sarebbe però l’incipit adatto pure a Mille splendidi soli. Considerando infatti i luoghi e gli eventi narrati, sembra di leggere la storia antica, di una realtà distante anni luce. Se il denaro influenza la qualità della vita, in certi posti pure il sesso, la razza, la religione e il gender sono determinanti.
Con questo libro, uscito nel 2007, Khaled Hosseini replica il successo dell’esordio con Il cacciatore di aquiloni, pubblicato nel 2003 e 4 anni dopo divenuto film. Il debutto letterario attualmente conta circa 25 milioni di copie nel mondo. Il secondo inoltre, ad oggi ne registra oltre 1 milione solo in Italia. Il volume si trova in formato kindle, copertina rigida, flessibile e in audiolibro integrale.
Trama del libro Mille splendidi soli
Metà degli anni ’70, Mariam ha 14 anni e vive vicino Herat con la madre Nana e lontano dal ricco padre Jalil. È una harami, ossia sua figlia “bastarda”, avuta con Nana quando era sua serva. Finirà sposa di Rashid, calzolaio di Kabul, che dopo una serie di tragici aborti, la ripudierà come moglie e la degraderà a semplice schiava. È la fine degli anni ’90. Laila è una ragazza bellissima di famiglia benestante.
Ama Tariq, e le loro esistenze scorrono serene. Dilaga però la guerra. La casa di Laila crolla sotto un attacco, e resta orfana. La salva Rashid, che la informa pure della morte del suo amato. Per sottrarla a povertà si propone come marito. Lei si scopre incinta di Tariq, così accetta e convince Rashid di essere il padre. È qui che Laila e Mariam si incontrano.
Arriva Aziza, l’uomo però sperava in un erede maschio, e diventa violento con entrambe le mogli. Tra esse nascerà un forte legame per sostenersi e sopravvivere. Le cose inoltre peggiorano con l’avvento dei Talebani e il loro regime fatto per oscurare “i mille splendidi soli” che sono le donne afgane. Nasce Zalmai, vero figlio di Rashid, che ora in miseria, abbandona Aziza in orfanotrofio.
Da Le mille e una notte a Mille splendidi soli

Sarebbe bello se Mille splendidi soli fosse frutto di pura fantasia, come la celebre raccolta di novelle orientali. Invece solo personaggi e situazioni sono inventate, però il contesto storico e sociale descrive la pura verità. In ciò sta la forza e il valore dell’opera. In tanti infatti ignorano la fortuna di nascere nel posto e nel momento giusto. Questo è uno dei tanti spunti di riflessione.
La voce di Hosseini arriva da dove l’istruzione è blasfemia e la libertà è legata ai cromosomi, in una dimensione dove tutto questo si chiama normalità. Tuttavia, nonostante i pregiudizi e l’oppressione, proprio là il coraggio diventa affermazione di dignità. Quei mille splendidi soli del titolo, stanno nell’altra metà del cielo de Il cacciatore di aquiloni. Infatti con il primo libro l’autore analizza l’essere uomo e padre nella società afgana. Con il secondo indaga l’essere donna e madre.
Si dice che solo le donne capiscono le donne e ne possono parlare. Invece lo scrittore, un po’ come Mel Gibson sa “What Women Want”, almeno quelle di Kabul.
L’opinione dei lettori
Con il termine “capolavoro”, in generale si identifica la creazione migliore di un insieme. Khaled Hosseini è però uno di quegli autori che fanno eccezione. Già perché leggere Mille splendidi soli crea in molti lettori l’imbarazzo della scelta e del confronto con Il cacciatore di aquiloni.
Per questi infatti si tratta di due opere ugualmente straordinarie frutto del talento dello stesso artista. Le voci fuori dal coro restano davvero poche, però sono alte e si fanno sentire. In pratica rappresentano quelli che descrivono una storia “volutamente strappalacrime”. L’obiettivo dello scrittore è quindi toccare le giuste corde emotive per commuovere e coinvolgere il pubblico.
Che sia furbizia o sensibilità, Mille splendidi soli è pure uno spaccato di una società in apparenza nota ma in realtà poco conosciuta. Lo dimostra il fatto che, nonostante internet, i media i social, lo stupore arriva ancora aprendo le pagine di un libro.
Mille splendidi soli: emozioni senza filtro
Chi l’ha detto che Hosseini è bravo nel disegnare i suoi personaggi? Almeno questo si domanda qualche lettore scontento. Secondo questi infatti i ruoli tra buoni e cattivi sono talmente estremi e definiti da essere irreali. Tant’è che nella trama Mille splendidi soli diventa una telenovela.
La dialettica dello scrittore strizza esplicitamente l’occhio alle sensibilità femminile. I protagonisti sono troppo occidentalizzati. L’obiettività si sacrifica in nome dell’americanismo dello scrittore. Affermare che questo libro sia un documento sulla storia contemporanea di Kabul è un’eresia.
Ricordi l’interrogativo di inizio paragrafo? Bè, a rispondere sono gli Hosseiniani della prima e dell’ultima ora. Protagonisti, comparse e ambientazioni sono dipinte addirittura meglio che ne Il cacciatore di aquiloni. Questo secondo romanzo è scorrevole, delicato ed avvincente.
Tutte le emozioni, nel bene o nel male, arrivano dirette e senza filtro. Le parole sono vere, concrete, prive di retorica. Però c’è sufficiente spazio per l’immaginazione, come solo un vero capolavoro sa fare. Lo si comincia come tanti altri libri, però lo si ricorda come pochi.
Un reportage di guerra mascherato da romanzo
A dispetto dell’enorme successo, per alcuni Mille splendidi soli è tutt’altro che un’opera memorabile. Manca il respiro corale dei grandi romanzi che fa la differenza tra un buon libro e un capolavoro. Inoltre il racconto così esasperato ha l’effetto collaterale di allontanare dalla lettura.
Tragedie, soprusi e violenza in forti dosi sono gli ingredienti dei minestroni poveri di idee. In sostanza è tutto un patchwork privo di reale valore letterario e di contenuto. Per finire la storia è difficile da seguire. Ci sono troppi cambiamenti e colpi di scena per alimentare la nota drammatica.
Dalle stalle alle stelle, c’è chi invece descrive il racconto di Hosseini come un reportage di guerra mascherato da romanzo. La sua scrittura travolgente scava in una cultura a tratti incomprensibile o addirittura inconcepibile per un occidentale. È un testo asciutto, potente e mai ripetitivo.
L’autore porta il lettore per mano in luoghi dove andare è poco piacevole ma necessario. Sapere è partecipare ma pure assumere una parte di responsabilità. Mille splendidi soli si legge tutto ad un fiato, spezzato solo dai singhiozzi. È come una medicina amara, che però fa bene al cuore.
Adesso tocca a te fare la tua recensione. Corri in libreria o scaricalo in formato e-book, e poi raccontaci tutto in un commento.