L’ipotesi del male: un romanzo da brivido

Può un libro essere sia prequel che sequel di un altro? Se si tratta de L’ipotesi del male di Donato Carrisi la risposta è sì. Infatti il racconto è successivo a Il suggeritore, ma ne contiene anche l’antefatto. I due romanzi gialli sono strettamente connessi e definiti dallo stesso autore “opere gemelle”.
Il volume è il secondo capitolo della serie dedicata a Mila Vasquez. Si tratta però del quarto libro in ordine di pubblicazione. È stato preceduto da Il tribunale della anime e da La donna dei fiori di Carta.
Il ciclo comprende infine: L’uomo del labirinto e Il gioco del suggeritore. Uscito nel 2013, L’ipotesi del male ha vinto il premio Scerbanenco, massimo riconoscimento nazionale per i romanzi gialli, noir e thriller.
In testa alle classifiche dei best seller più venduti, ha surclassato top gialli come La verità sul caso Harry Quebert di Joel, e il Il sogno di volare di Carlo Lucarelli. Il libro è disponibile in formato Kindle, con copertina rigida e flessibile.
Qual è L’ipotesi del male?

Rispetto ad altri romanzi thriller qui non c’è solo una trama costruita intorno ad un’idea. In pratica la storia sviluppa un famoso aforisma del filosofo Friedrich Nietzsche. La frase recita: Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E quando guardi a lungo in un abisso, anche l’abisso ti guarda dentro.
Partendo da qui, Carrisi insinua la possibilità che chiunque possa essere sedotto dal “lato oscuro”, e va anche oltre. Secondo lo scrittore la differenza tra giusto e sbagliato, a volte, è questione di circostanze. Bisogna saper guardare il quadro generale. In teoria quindi, per perseguire l’utile, in alcuni casi si può o si deve andare contro etica e morale.
Trama de l’ipotesi del male
Sono passati 7 anni dal caso di Albert “il Suggeritore” e Mila Vasquez è una donna diversa. L’incontro con l’oscurità l’ha cambiata. Cerca di starne lontana pur sentendone ancora il richiamo. Come un ex alcolista vive un giorno alla volta.
Ritorna dal lavoro, lascia un pasto a un vagabondo del quartiere e si chiude in casa. Da qui si collega ad una videocamera nascosta, e spia una bambina affidata alle cure di sua madre. Si tratta di Alice, la figlia avuta con l’ex collega Gorna Gavila, morto suicida.
Sta lontana da tutti, e tutti stanno lontani da lei. Tuttavia il Capo Klaus Boris la coinvolge nuovamente in un caso di omicidio. L’assassino infatti fino a ieri era nei fascicoli degli scomparsi, il reparto di Mila. Si tratta di Roger Valin, riapparso dopo ben 17 anni.
L’uomo ha inspiegabilmente eliminato un’intera famiglia. Ha però risparmiato il figlio più piccolo come testimone. Valin è solo il primo di tanti che ritorneranno dal nulla per uccidere. Ognuno lascerà un indizio che condurrà la Vasquez e il collega Simon Berish al prossimo delitto.
Non sono però loro i mandanti degli omicidi. È sempre stato Albert a tirare i fili, convincendo i “ritornati” a fare del male, in nome di un bene più grande. Il Suggeritore è sfuggito ancora, ma è più vicino che mai. Si tratta del vagabondo che Mila incontra ogni giorno. Ora è riuscito ad arrivare ad Alice, e il terzo atto è appena cominciato.
Cosa pensano i lettori de L’ipotesi del male
Che differenza c’è tra cose perdute e smarrite? Le seconde si possono ritrovare. Lo stesso vale per le persone. Mila Vasquez lavora con quelle scomparse. Lei non smette mai di cercarle e non dimentica mai nessuno.
In questo episodio delle serie di romanzi gialli, chi è stato inghiottito dal buio, ritorna trasformato. Sta qui la scintilla di originalità di un’opera che nasce da una costola de Il suggeritore. Infatti molti hanno sottolineato il legame un po’ invadente tra quest’ultimo e L’ipotesi del male.
A parte questo, tornano elementi costanti come i luoghi senza precise coordinate. In aggiunta ci sono gli immancabili personaggi dai nomi rigorosamente stranieri. Che piaccia o meno, a Carrisi viene riconosciuta una dote rara. L’autore sa generare un’ottima tensione senza ricorrere necessariamente all’espediente della violenza.
C’è poi un ultimo particolare, a metà tra il comico e l’irritante. Si tratta dell’uso sfacciato di marchi famosi come pubblicità occulta. Un dettaglio che a molti ha evocato con un sorriso nostalgico, Io uccido di Giorgio Faletti.
Thriller o… trailer?
Secondo alcuni i romanzi gialli di Carrisi sono strutturati troppo come copioni cinematografici. Gli sviluppi della trama sono a dir poco inverosimili. La protagonista si trova sempre nel posto giusto, nel momento giusto. La storia quindi appare pilotata e tutt’altro che naturale.
Per altri, L’ipotesi del male ha basi solide e plausibili. La narrazione è scorrevole, interessante e mai scontata. Il libro è reso credibile dall’accuratezza dei particolari. Lo scrittore è un vero maniaco dei dettagli. Queste sono le ancore che tengono il racconto saldamente attaccato alla realtà.
MIla Vasquez: un’antipatica che piace

Diversi consumatori di romanzi gialli non amano particolarmente i personaggi di Carrisi. Essi sembrano vivere in una dimensione assurda e irreale. Inoltre sono caratterizzati in maniera stereotipata e fumettistica. Tutti loro vivono un susseguirsi di coincidenze al limite dell’improbabile.
L’idea che traspare non è quella di protagonisti geniali, che spiccano tra persone di media intelligenza. Sembra piuttosto che l’entourage sia composto da sciocchi, ingenui e distratti. I personaggi principali invece se la cavano semplicemente perché incredibilmente “fortunati”.
Per finire, in molti libri thriller dell’autore, si verificano molte evidenti inesattezze. Ne L’ipotesi del male, in particolare, lo scrittore pare meno ispirato del solito.
Al contrario c’è chi, in questo capitolo, evidenzia una maturazione sia dello scrittore che dei suoi personaggi. È palese una maggiore introspezione psicologica e una maggior cura per l’aspetto emotivo. I fan hanno una risposta pronta anche per coloro che trovano Mila Vasquez poco simpatica.
La mancanza di empatia della detective è una caratteristica necessaria. Lei ha bisogno di essere anaffettiva perché ciò la rende speciale in quello che fa.
Per di più va sottolineato che si tratta di una donna tanto fragile nel privato quanto spietata nel lavoro. L’architettura narrativa di Carrisi regala tutte le emozioni che si potrebbero chiedere ad un libro giallo.
L’ipotesi del male o del suggeritore?

Tra i lettori c’è chi pensa che L’ipotesi del male sia una brutta copia de Il suggeritore. È infarcito di idee vecchie riproposte in una versione fiacca e poco convincente. Praticamente si sarebbe potuto intitolare “Il suggeritore 2” o “L’ipotesi del suggeritore”.
I troppi riferimenti al libro gemello non lo fanno decollare né camminare da solo. Inoltre i collegamenti con il primo capitolo non sono nemmeno così fluidi. Sembrano piuttosto messi insieme forzatamente con il nastro adesivo. In sostanza non è uno dei migliori libri thriller di Carrisi.
La storia è stata trascinata e spremuta fino all’inverosimile. Senza leggere la prima opera, sfuggono troppi particolari e non si capisce bene la storia. A volte sembra che l’autore sia stato obbligato a scriverlo per contratto editoriale.
Tuttavia il pubblico dei romanzi gialli è molto eterogeneo. Infatti molti di essi giudicano la prosa chiara, efficace e lucida. Non si tratta di una mera appendice del primo libro, ma semplicemente una sua naturale evoluzione.
È normale che L’ipotesi del male contenga numerosi rimandi a Il suggeritore. Però esso si può leggere anche come racconto singolo. Ovviamente, conoscere il primo episodio offre la possibilità di apprezzare tutte le sfaccettature della vicenda. Ciò vale per qualunque parte di una saga.
Le atmosfere riprodotte da Carrisi sono cupe, angoscianti e suggestive. Il suo stile è impeccabile e la suspense non molla mai il lettore. Si può dire che questo libro ha decisamente superato il predecessore.
Pro e contro dei capitoli brevi nei romanzi gialli

Non a tutti i lettori è piaciuta la trova dei capitoli brevi. L’idea può sembrare buona per alleggerire la lunghezza di un testo piuttosto corposo. In realtà però in questo modo si spezza la continuità e la tensione, aspetti vitali per un libro thriller.
Facendo così il romanzo diventa noioso e monotono. La storia, pesante e macchinosa, non lascia nulla nella memoria. Il volume ha lo stesso effetto di un esame universitario che si impara a fatica e poi si dimentica rapidamente.
Incisiva, magnetica, inconfondibile, è per altri la scrittura del buon Donato. L’ipotesi del male intrappola tra le sue pagine senza mollare più. L’autore anche stavolta non delude le aspettative. La trama è complessa ma non complicata. La struttura è accessibile nella sua evoluzione avvincente.
La prevedibile imprevedibilità di Donato Carrisi
I critici più spietati bocciano decisamente L’ipotesi del male. L’autore crede di essere originale, ma resta sempre ingabbiato negli stessi schemi. L’uso dei luoghi indefiniti è in realtà solo un modo per facilitarsi il lavoro. In questo modo può spiegare elementi che nella vita vera sarebbero impossibili.
Carrisi spaccia per intelligenza sottile una prosa senza spessore. Le tante metafore e citazioni sono ostentazione di cultura e tentativi disperati di piacere al lettore. Troppa forma non giustifica l’assenza di sostanza.
Per i “supporter”, l’unica cosa davvero prevedibile di Carrisi è la sua imprevedibilità. Si tratta di uno degli scrittori più bravi del panorama internazionale.
Leggere uno dei suoi libri gialli è come cadere in un vortice di lucida follia. Con gli autori italiani si va sul sicuro. Con quelli stranieri, il rischio di incappare in una pessima traduzione è sempre in agguato.
Detto questo, all’elenco dei libri thriller consigliati, aggiungiamo senza dubbio L’ipotesi del male. Se non hai ancora letto il primo capitolo, adesso hai l’occasione per prenderli entrambi. Tra un tuffo e l’altro puoi fare una vera e propria full immersion di romanzi gialli. Torna presto e lasciaci un commento.