L’enigma della camera 622: il nuovo libro di Joel Dicker

Non sono molti i libri gialli in cui lo scrittore diventa anche il personaggio principale. Ne L’enigma della camera 622 accade esattamente questo. Le similitudini tra il Joel Dicker di carne e sangue e quello di carta e inchiostro non si fermano qui.
Nella finzione letteraria il protagonista sta vivendo un periodo di crisi di ispirazione. Le cause sono la fine di una relazione sentimentale e la morte del suo editore, mentore e amico Bernard de Fallois. Anche in questo caso non si tratta di un nome di fantasia ma di quello reale di una vera leggenda dell’editoria.
Il “mostro sacro della narrativa”, così era soprannominato de Fallois, è scomparso nel 2018 all’età di 92 anni. Fu lui il primo a credere nel talento di Dicker, trasformandolo nell’autore di successo che oggi conoscono tutti.
Lo scrittore è stato il primo ad ammettere che la sua ultima opera non è solo un prodotto di intrattenimento. Se è vero che la scrittura è terapeutica, il racconto è servito anche a metabolizzare la perdita. Con il suo nuovo libro Joel Dicker ha voluto fare un omaggio personale al compianto Bernard.
L’inconfondibile marchio di Dicker
Il buon Joel sta “un po’ in fissa” con l’idea dei personaggi/scrittori. Su 6 libri pubblicati, la metà sono romanzi gialli che hanno come protagonisti degli autori. Oltre a L’enigma della camera 622, gli altri sono Il libro dei Baltimore e La verità su caso Harry Quebert. Quest’ultimo è divenuto una serie di successo interpretata da Patrick Dempsey.
Altro marchio di fabbrica è lo svolgimento delle vicende su diverse linee temporali. A Dicker piace utilizzare continue digressioni come espediente per cambiare ritmo e corso alla storia. Nel caso ti interessi, gli altri suoi romanzi sono: La tigre, Gli ultimi giorni dei nostri padri e La scomparsa di Stephanie Mailer.
L’enigma della camera 622 era uno dei titoli più attesi tra i nuovi libri thriller della stagione estiva. In Italia è uscito l’11 giugno 2020 e si piazzato in testa alle classifiche in tutti i principali store. Il volume è disponibile in formato Kindle, copertina rigida e flessibile.
Trama de L’enigma della camera 622

Perché al Palace de Verbier manca la stanza numero 622? Se lo domanda lo scrittore Joel in vacanza presso l’hotel situato nelle Alpi Svizzere. Si tratta di un particolare apparentemente insignificante, che però stuzzica il suo sesto senso.
Il suo editore e amico è scomparso da poco, la sua compagna lo ha lasciato. Si trova nel mezzo del proverbiale “blocco” e di un generale impasse esistenziale. Ha quindi bisogno di qualcosa che lo impegni e lo distragga.
Per di più c’è anche qualcun altro che trova quel particolare strano e interessante. Si tratta dell’affascinante Scarlet, che occupa la camera accanto. I due entrano subito in sintonia, intrigati da ciò su cui il personale glissa come una banale anomalia numerica.
A forza di insistere scoprono che 15 anni prima l’albergo è stato teatro di macabro episodio. Un facoltoso uomo d’affari, in lizza per diventare nuovo presidente della Banca Ebezne, venne assassinato proprio nella 622.
All’epoca il fatto scosse l’intero mondo finanziario. Tuttavia le indagini della polizia non riuscirono a scovare un colpevole. Tante persone avrebbero giovato di quella morte. Troppi sospettati avevano un valido movente. Ognuno di essi custodiva dei segreti pericolosi per cui uccidere. Tutti erano in possesso di un alibi convincente.
Oggi, nel presente, Joan e Scarlet si trovano davanti ad un rompicapo irresistibile. Guardando tutto con la distanza del tempo, forse le cose appariranno più chiare, ma non per questo più semplici.
L’inaspettata coppia di detective rivelerà un vero intreccio fatto di inganni, triangoli sentimentali, gelosia e vendetta. La strada verso la verità è una sola, ma piena di deviazioni.
Cosa pensano i lettori de L’enigma della camera 622

L’enigma della camera 622 è fatto per gli amanti dei libri gialli, ma non è per tutti i palati. Innanzi tutto la mole del libro, quasi 700 pagine, può inizialmente scoraggiare. La complessità del racconto sta nelle due storie che contiene. L’una fa da cornice all’altra, in un replicarsi di echi e di riflessi.
L’effetto è un po’ come quando si mette uno specchio davanti all’altro. Come già detto, lo scrittore diventa il personaggio principale. Costui è a sua volta intento a cercare una nuova idea da sviluppare. In sintesi l’effetto ricorda quello della Storia Infinita di Michael Ende.
A differenza di molti romanzi thriller questo non è una partita a scacchi con il lettore. Infatti è strutturato più come un gioco di squadra in cui lo spettatore viene stupito ma mai ingannato.
Il libro è anche una riflessione/metafora del sul mestiere di scrivere. Si fa riferimento anche al rapporto tra editore ed autore. Tra quest’ultimo e i potenziali lettori senza volto, e a volte senza cuore.
Un ultimo aspetto è quello linguistico e lessicale. Rispetto alle altre opere di Dicker, L’enigma della camera 622 si avvale di un altro traduttore. Quello storico, Vincenzo Vega, è purtroppo venuto a mancare. L’onore e l’onere di rendere efficace la prosa di Dicker è passato a Milena Zemira Cicciamarra.
Personaggi Ok e Ko

Elemento comune dei libri gialli è creare un effetto “cluedo” tra tanti sospettati. Ne L’enigma della camera 622 questo particolare, più che mancante, è sovrabbondante. Infatti alcuni lettori pensano che la folla di potenziali colpevoli crei solo caos e distrazione.
Per di più questi ultimi si comportano in maniera tutt’altro che lineare, cambiando praticamente “identità”. Sembra quasi che lo scrittore stesse buttando giù degli appunti, in cerca della giusta ispirazione.
Di altro avviso sono quelli che considerano la folta galleria di personaggi come una delle parti più riuscite del romanzo. Tanti coprotagonisti avrebbero potuto creare confusione, ma così non è stato. Ognuno è caratterizzato così bene da restare ben distinto e scolpito nella mente.
Inoltre tra le abilità di Joel Dicker vi è quella di rimescolare le carte in maniera stimolante. Quando si crede di aver compreso il ruolo di un personaggio nella storia, le cose vengono stravolte inaspettatamente.
Infine è particolarmente piaciuto l’equilibrio tra i due personaggi principali. Le loro dinamiche di interazione e i dialoghi, rendono veloce, naturale e divertente lo sviluppo degli eventi.
Il “plot twist” non è un ballo per tutti

I libri thriller vivono di colpi di scena e cambi improvvisi di direzione. Tuttavia tanti plot twist, troppo ravvicinati, anestetizzano la capacità di stupirsi del lettore. Secondo alcuni “qui casca l’asino”, cioè casca Joel Dicker (senza offesa).
Inoltre L’enigma della camera 622 presenta fatti e situazioni spesso inverosimili. La trama a tratti appare molto forzata e poco gestibile. Il risultato è un calo di interesse conquistato a fatica nelle pagine precedenti.
L’autore dà l’idea di essersi fatto prendere dalla smania di “bissare” precedenti successi. Molti ragionamenti deduttivi e nessi di causa/effetto, non hanno alcun senso. Questo è imperdonabile, in quanto nei libri gialli la coerenza è tutto.
Per i “dickeriani doc”, il racconto è scorrevole e facile da seguire. Il libro sembra complesso solo perché contiene tanti elementi interessanti. Essi però sono stati sviluppati e dosati con equilibrio impeccabile.
L’enigma della camera 622 non è solo un giallo con l’immancabile componente investigativa. C’è anche l’elemento della suspense, tipica di un libro thriller. Per finire è articolato e profondo come nella migliore tradizione delle saghe familiari.
Lo scrittore è abile nel tessere tele intrecciate, riuscendo sempre a non perdere il filo. In quella stessa tela è invece il lettore a restare piacevolmente intrappolato. Il romanzo offre emozioni per tutti i gusti, non ha lacune e non dà spazio per cali di attenzione.
Non ci sono dettagli fuori fuoco o che prevalgono su altri. Tutto ciò lo rende un libro thriller consigliato per chi non ama accontentarsi. Parafrasando Star Wars si potrebbe dire che Joel Dicker da allievo Padawan è diventato maestro Jedi.
Dicker: agenzia di viaggi “nel tempo”

Molti lettori hanno odiato i ripetuti e continui passaggi dal presente al passato. Lo scopo dell’autore doveva essere rendere la narrazione più dinamica, ma l’effetto non è stato quello voluto. In questo modo la trama sembra disordinata e difficile da capire.
Nonostante gli sforzi dello scrittore, a un certo punto del libro qualcosa salta, e si perde nella logica della narrazione. Era inevitabile inciampare tra tanti salti temporali. La storia si arrotola su sé stessa e si inceppa.
Per i “fan sfegatati”, lo scarto cronologico è una delle componenti più interessanti del racconto. Dicker è molto bravo a guidare il lettore in questo viaggio avanti e indietro nella storia, senza mai farlo smarrire.
Questo stile di scrittura è praticamente la sua firma, il suo cavallo di battaglia. Dopo tutto, se si è bravi nello sfruttare un espediente narrativo, perché non usarlo?
Se non hai ancora scelto la tua ista di libri gialli da portare in vacanza questo è il momento per farlo. Dopo il nostro articolo di certo anche tu vorrai cimentarti nella risoluzione de L’enigma della camera 622. Quindi rimboccati le maniche, leggilo tutto ad un fiato, e quando avrai finito lasciaci un commento.