Le storie del quartiere: recensione nuovo libro Lyon

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Le storie del quartiere: recensione nuovo libro Lyon
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Le storie del quartiere: recensione nuovo libro Lyon
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Intrattenimento avvincente senza violenza o volgarità
Prodotto commerciale ma allo stesso tempo utile incentivo alla lettura
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le storie del quartiere

Il suo vero nome è Ettore Canu, però tutti lo conoscono come Lyon Gamer. È tra gli Youtuber italani più seguiti in assoluto. Il suo canale, WhenGamersFail, ha infatti oltre 4 milioni di followers, in costante aumento. Nel 2017 trasforma i contenuti dei suoi video in una pubblicazione a fumetti chiamata A caccia di Herobrine. Diviene subito un fenomeno editoriale e uno dei libro più venduti tra le cosiddette generazioni “Z e Alpha”, adolescenti e preadolescenti. Le storie del quartiere è il quarto capitolo della serie, uscito l’11 febbraio 2021. Il volume è disponibile in formato kindle e copertina flessibile. Sul mercato c’è anche una versione con autografo e stikers adesivi.

Di cosa parla Le storie del quartiere di Lyon Gamer

Dove sono Lyon, Anna, Stefano, Mario, Alex, Giorgio, Cico e Stre? Se lo domanda nonno Tombaldo, la mascotte del gruppo, svegliato proprio dall’inconsueto silenzio. I ragazzi del WhenGamesFails Team infatti non sono a casa. Un “piccolo” incidente di percorso li costringe a un sosta imprevista.

Rimasti senza più un centesimo si accampano in un bosco. Per uscire dalla situazione di stallo serve quindi una trovata originale. Come fare un po’ di soldi alla svelta? I membri della squadra a turno espongono le loro idee. Tuttavia mettersi d’accordo è difficile quando le proposte sono una più assurda dell’altra. Infine, ovviamente, prevarrà proprio quella più folle, fare una rapina!

Già immaginano che questa sarà tra le storie del quartiere più avvincenti che si racconteranno per anni. Peccato che a mettergli i bastoni tra le ruote interverranno i soliti guai. Inoltre c’è qualcuno che li segue da molto vicino e che ha tutt’altri piani per loro. Non si sa chi sia ne cosa voglia.

L’unica cosa che si conosce è il suo soprannome “Il Killer”. Pure senza suggerimenti si intuisce che non promette nulla di buono. Riusciranno i nostri eroi a cavarsela anche questa volta? Una cosa è certa, in un mondo dove in pratica tutto è gioco e avventura, tutto è possibile, tranne annoiarsi.

Azione e comunicazione tra generi e generazioni

Se hai figli tra gli 8 e i 13 anni di sicuro già conosci Lyon e il suo mondo. Sai quindi che tutto nasce dai suoi gameplay pubblicati su Youtube, basati sul videogioco Minecraft. Quella simulazione ha come leitmotiv l’avventura, la scoperta, la sfida, e soprattutto la libertà di inventare la realtà.

Ciò che però forse non immagini è il lavoro che si nasconde dietro questo progetto di successo. Certo si tratta in sostanza di un prodotto per fare soldi. Tuttavia, oltre a colore, divertimento e azione che muovono vicende e personaggi, c’è anche tanta comunicazione. Infatti fin dai lontani tempi del Commodore64, ciò che prende vita tramite joystick e console ha comunque una trama.

In pratica i videogiochi sono un passatempo ma pure un’arte visiva con una forma di narrazione. Le storie del quartiere, come altri episodi del ciclo, è racconto nella versione più “digeribile” delle strisce animate. Perfino Enzo Biagi, alla fine degli anni ’70, scelse questo strumento di divulgazione per la collana Storia d’Italia a fumetti. Fondere generi come letteratura, cartoon e videogames, crea un punto d’incontro di diverse generazioni. Ok, alla fine è pur sempre questione di marketing.

In pratica i bambini chiedono e i genitori comprano. Spesso però grazie a quel “giornalino” si passa del tempo insieme. Inoltre mamme e papà trovano pure qualche argomento di conversazione con i propri ragazzi. Al giorno d’oggi non è mica poco!

Le opinioni dei lettori su Lyon e Le storie del quartiere

Mix tra libro e fumetto, più fumetto che libro, le storie del quartiere in pratica converte followers in leads, cioè i seguaci in clienti. Il grande riscontro commerciale di Lyon Gamer è proprio il nodo della questione per molti lettori. Nel dettaglio meglio dire “dei loro genitori”. Infatti quasi tutte le recensioni sono di madri e padri che riferiscono il gradimento dei figli e le proprie perplessità.

In pratica, gente cresciuta con Topolino e Dylan Dog, guarda con occhio critico chi sbarca in libreria navigando da internet. Molti giudicano Canu un pessimo esempio per i giovanissimi. Lo vedono come un personaggio palesemente costruito che sfrutta l’immagine per puro profitto.

Diverso è il voto di altri “boomer” molto più indulgenti. Questi ultimi esaltano la qualità di un prodotto editoriale ben curato sia nella forma che nella sostanza. Inoltre, a prescindere dal vero intento dell’autore, il volume resta comunque un efficace incentivo alla lettura. Per finire, si tratta di un prodotto che dona gioia bambini. Entro certi limiti, è sempre questo l’obiettivo principale. Sul valore pedagogico si può anche discutere, però un ricordo felice non ha prezzo.

Lyon e Le storie…Tese

“Un libro è tutt’altra cosa”, questa affermazione riassume in sostanza l’opinione degli scettici. Le storie del quartiere è quindi un ibrido senza contenuto. Si tratta solo della trovata brillante di chi ha capito bene come sfruttare la sua popolarità. Il racconto è caotico, banale, senza capo ne coda.

Ci sono tante illustrazioni però in fondo poco da leggere. Inoltre i personaggi sono isterici e stupidi. Il messaggio è povero e diseducativo. Nel formato digitale i caratteri sono piccoli e non si ingrandiscono abbastanza. In quello cartaceo invece la qualità è simile a un volantino pubblicitario.

Se ad ogni critica fa eco un elogio, quelli che apprezzano il volume lo descrivono originale e divertente. È adatto anche ai più piccoli perché semplice e scorrevole. Si apprezza l’assenza di vera violenza e volgarità. L’autore è uno Youtuber che però sa anche scrivere in modo più che valido.

Il suo stile è ironico e fuori dagli schemi. Un paragone “calzante e assonante” è quello tra Lyon e Le storie del quartiere con Elio e Le Storie Tese. Entrambi fanno del surreale il proprio punto di forza. Però dialoghi e immagini del primo, note e testi dei secondi, hanno intelligenza e creatività. Che ne pensi? Ti unirai alla schiena dei no, o correrai a comprarlo anche tu? Commenti please!

Le storie del quartiere
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