La pazza della porta accanto: la storia di Alda Merini

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La pazza della porta accanto: la storia di Alda Merini
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11,40€ 12,00€

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La pazza della porta accanto: la storia di Alda Merini
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Ritratto onesto e struggente di un’anima dolce e tormentata
Racconto ricco di significato, delicato e crudo allo stesso tempo
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la pazza della porta accanto

Grazie al potere delle parole si può sopravvivere al dolore, e per mezzo di essa non morire mai. In La pazza della porta accanto, Alda Merini fa una sintesi di sé stessa, tra le ombre nella sua testa e la luce della sua anima. L’edizione originale è del 1995. Esiste però anche una ristampa del 2002.

Nel 2013 Antonietta De Lillo realizza un lungometraggio usando la tecnica del Found Footage. In pratica recupera il materiale di un’intervista di quasi 20 anni prima intitolata Ogni sedia ha il suo rumore. Ottiene così un “prodotto nuovo”, spesso contestato, a cui dà lo stesso titolo del libro.

Per finire, nel 2016 Alessandro Gassman ne dirige la trasposizione teatrale che si ispira proprio al romanzo/diario. L’adattamento del testo è di Claudio Fava. Sul palco, nelle vesti della poetessa dei navigli, c’è l’attrice Anna Foglietta. L’opera si trova in formato kindle e con copertina flessibile.

Di cosa parla La pazza della porta accanto

Le 156 pagine di rara prosa, in mezzo a una sconfinata produzione di poesie, si dividono in quattro parti. Sono in pratica “atti” di una tragedia o commedia tra biografia e confessione. Hanno titolo: L’amore, Il sequestro, La famiglia e Il dolore. La scrittrice parla quindi delle sue relazioni, dell’internamento psichiatrico, degli affetti, della sofferenza e bellezza di un’intera esistenza.

Il tutto si dipinge delle sfumature della paura, del tormento, della gioia e dell’ironia. Uno dopo l’altro, gli strati di pelle vengono via e rivelano la dimensione più intima e profonda. Senza una vera e propria trama La pazza della porta accanto è un autoritratto di Alda Merini che infrange ogni regola narrativa. È come un quadro a metà tra realismo e astrattismo, tra ricordi e visioni.

Negli episodi e negli avvenimenti, privi di ordine cronologico, e a volte anche di senso logico, c’è dentro tutta la sua verità. Spuntano qui e là l’infanzia e la maturità, la formazione personale e quella artistica. I colori più forti però sono quelli meno accesi del nero e del grigio. Sono infatti quelli che dipingono eventi come le violenze subite, l’aborto e l’allontanamento forzato dalle figlie.

I trattamenti a base di bagni gelati ed elettroshock le hanno strappato pezzi di passato ma non la voglia di vivere. L’unico oggetto rubato, di cui davvero non supera mai la perdita, è la scelta. È il diritto di decidere per sé stessa. Si tratta dell’umiliazione di un’intelligenza raffinata e affilata.

Nonostante ciò, non nutrirà mai odio o rancore, né verso un Dio che le ha scritto quel destino, né verso gli uomini che forse lo hanno solo letto male. È sottile il confine tra essere folli e semplicemente incompresi.

Un libro di ordinaria follia

Alda Merini è sia indecifrabile che familiare. Lei stessa si definisce appunto “la pazza della porta accanto”, strana e quotidiana allo stesso tempo. Leggendo la sua vita, la cosa più assurda di tutte è la sua serenità. Dopo tanto subito, accetta con grande lucidità il non essere sana di mente.

In una condizione confusa tra ciò che si definisce normale e cosa no, lei trova il suo equilibrio. Nella capacità di trasformare i momenti di delirio in spunti creativi c’è tutta la forza e il mestiere di sopravvivere. Tanti conoscono la poetessa, pochi la donna, quasi nessuno ha visto la persona.

Tutti sono “La pazza della porta accanto” di qualcun altro

Il libro di Alda Merini risulta a molti ostico per la successione disordinata dei fatti. I trascorsi dell’autrice sono di certo tristi. Tuttavia l’opera pare il solito tentativo di sfruttare drammi personali a scopi commerciali. Non sempre la follia coincide per forza con l’estro e l’originalità. Per finire, il testo si comprende davvero solo se già si conosce la scrittrice e ne si apprezza il lavoro.

Altri definiscono la lettura come un’esperienza folle e bellissima. Lo stile è diretto come un pugno nello stomaco. Il contenuto invece è ricco di emozioni e umanità. È assente qualunque artificio. I frequenti errori e le contraddizioni nel racconto sono la prova lampante della sua spontaneità.

Si tratta di un’opera onesta e trasparente. È complessa come lo è ogni vita vista nella sua interezza. In un primo momento la si trova strana e non la si capisce. Però poi l’unica cosa strana e non averla capita prima. Infondo tutti sono “La pazza della porta accanto” di qualcun altro. Qual è la tua opinione? Diccelo in un commento.

La pazza della porta accanto
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