La città di vapore: recensione libro


Il 19 giugno del 2020 la notizia della scomparsa di Carlos Ruiz Zafón getta nello sconforto milioni di lettori. Un anno dopo esce la sua ultima opera postuma, La città di vapore. Si tratta di una raccolta di racconti che si colloca fuori, dentro, prima e dopo la serie de Il cimitero dei libri dimenticati.
La celebre saga inizia nel 2001 con L’ombra del vento, che solo in Italia supera 2 milioni di copie. Seguono: Il gioco dell’angelo, Il prigioniero del cielo e Il labirinto degli spiriti. Con questo libro, uscito nel Belpaese a febbraio 2021, si chiude il cerchio e così pure la leggenda è completa.
Alcune storie sono inedite, altre già uscite su delle riviste. L’onore e anche l’onere di promuovere il volume è di Emile de Rosiers Castellaine, coautore de La città di vapore. L’opera è disponibile in formato kindle, copertina rigida e inversione audiolibro integrale.
Di cosa parla La città di vapore
Quella Zafón è un’antologia di storie che in fondo fanno parte tutte della stessa leggenda. Il suo piccolo e magico mondo è in pratica come un condominio. Questa singolare palazzina, altro non è che la sua amata Barcellona. Ad ognuno degli “11 piani” vive un personaggio straordinario.
C’è ad esempio un architetto in fuga che custodisce i progetti di una misteriosa biblioteca. Poi David, di 8 anni, diventa scrittore per conquistare il cuore di Blanca, una bambina ricca ma triste. Ci sono addirittura un Cervantes alle prese con un libro che non esiste e un Gaudì che progetta la città di vapore e di luce. Il tutto conduce lentamente e letteralmente alla fine del mondo.
Infatti è proprio prima dell’apocalisse che un uomo incontra una bellissima demone che gli concede 3 desideri. Con un carosello di favole grigie, l’autore spagnolo si congeda al pubblico. Alla fine della festa che è la sua produzione letteraria c’è questa sorta di batteria di fuochi d’artificio.
Il tutto per lasciare ancora un po’, ancora una volta, gli occhi sgranati di stupore. Come gli scoppi pirotecnici davanti al nero della notte, le parole sono esplosioni di inchiostro sulle pagine bianche. Ogni racconto ha infatti forme e colori diversi, suoni squassanti o sibili acuti. Tutti in sostanza sanno che prima o poi arriverà il silenzio. Però fino ad allora non resta che godersi lo spettacolo.
La città di vapore: dove inizia Il cimitero dei libri dimenticati
Ogni leggenda ha un’origine, e pure quella del cimitero dei libri dimenticati non fa eccezione. La città di vapore è l’insieme di memorie e fantasie all’origine della saga. C’è la stessa atmosfera, la stessa nebbia, la stessa Barcellona. La mitica città della Catalogna è infatti contenitore e personaggio, attrice e ambientazione. Avvolge i protagonisti ed è loro compagna di viaggio.
A tal proposito, cominciando a leggere, dopo un po’ ci si rende conto che è l’ultimo insieme al caro Zafón. È inevitabile un senso di malinconia e di tristezza, le stesse che pervadono da sempre i suoi racconti. Al termine delle pagine, si ha la consapevolezza della fine con la “F” maiuscola. Però poi ci si ricorda che Carlos è ancora lì, tra le righe dei suoi capolavori.
L’opinione dei lettori

I giudizi sui libri che recensiamo sono in pratica sintesi e bilancio delle innumerevoli opinioni in rete di utenti come te. Ecco perché sono così attendibili. Se sei un ospite abituale lo sai già. Se invece sei nuovo sulla pagina, speriamo che questo sia l’inizio di una lunga amicizia. Ad ogni modo, questa è una di quelle volte in cui fare il nostro lavoro è davvero difficile. Per quale motivo?
La città di vapore vanta davvero tantissimi ammiratori. Tuttavia praticamene tutte le discussioni a riguardo, sono per lo più messaggi di addio rivolti al compianto Carlos Ruiz Zafón. Mai come ora l’autore ruba la scena alla propria creatura. In sostanza ciò che si legge conta meno di colui che lo scrive. L’emotività è nemica dell’obbiettività. Detto questo, individuiamo tre categorie di lettori.
La prima è quella di coloro che adorano tutta la produzione di Zafón, tranne quest’ultimo libro. La seconda è quella di chi che non apprezza il suo stile, però per assurdo ama La città di vapore. Per finire ci sono i fan senza sé e senza ma, quelli a cui basta che ci sia la sua firma. Forse è fuori luogo parlare di capolavoro. Tuttavia una cosa è tanto preziosa quanto più è rara. Queste in fondo sono le “ultime…ultime” parole di Carlos, e proprio per questo hanno un valore inestimabile.
La città di vapore: 11 rintocchi prima della “mezzanotte”
I lettori dalla “lacrima difficile” affermano che non tutte le storie sono efficaci e coinvolgenti. La qualità letteraria purtroppo è discontinua. Manca la forza narrativa tipica degli anni e delle opere migliori. In pratica chi ha nostalgia di Zafón, farebbe meglio a cercarlo nei suoi libri del passato.
Nel dettaglio ci sono buone idee non sviluppate a dovere. Si tratta di un testo fatto più per completare una collezione che per iniziarla. Come primo volume non è certo quello per il quale ci si innamora di un autore. Infine nella trama La città di vapore appare spesso spenta e banale.
I Zafóniani doc invece contestano queste critiche punto per punto. Nonostante siano storie brevi, in ciascuna di esse c’è tutta la passione e l’ispirazione dello scrittore spagnolo. I dialoghi sono semplici ma profondi. Inoltre i personaggi sono intensi e magnificamente tratteggiati.
La città di vapore è un lascito stupendo a tutti i sognatori. Il creatore de L’ombra del vento si conferma uno straordinario narratore. In un solo testo mescola storia d’amore, romanzo storico e di formazione, stile gotico e thriller. Sono 11 meravigliosi rintocchi prima della “mezzanotte”.
E tu hai mai letto Carlos Ruiz Zafón? Se si, questa è l’occasione per porgli anche tu il dovuto omaggio. Se invece no, allora è l’opportunità per scoprirlo. Ti aspettiamo nei commenti.