Il suggeritore: il thriller di successo di Donato Carrisi

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9,60€ 14,00€

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Il suggeritore: il thriller di successo di Donato Carrisi
Il suggeritore: il thriller di successo di Donato Carrisi
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Scrittura scorrevole e coinvolgente
Prosa asciutta ed efficace
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Era il 2009 quando l’allora 36enne Donato Carrisi si affacciava sul panorama letterario con Il Suggeritore. Questo romanzo ben presto prende posto sugli scaffali dei libri thriller accanto ai maestri del genere. Incassa diversi riconoscimenti tra cui il Premio Bancarella.

Oltre al consenso della critica riceve anche quello del pubblico. Lo confermano oltre 1 milione di copie vendute tra Italia, Francia, Inghilterra e Germania. Il titolo è rimasto in testa alle classifiche italiane per più di 6 mesi. Per la stagione 2010 si è attestato come il libro thriller made in Italy più venduto al mondo. Mica male no?

Il suggeritore è anche il primo della fortunata tetralogia incentrata sul personaggio di Mila Vasquez. Del ciclo fanno parte: L’ipotesi del male, L’uomo del labirinto e Il gioco del suggeritore. Tuttavia la brillante ed enigmatica protagonista non è l’unico comune denominatore della serie.

Tra gli inconfondibili riferimenti c’è anche l’abitudine di Donato Carrisi nell’usare nomi stranieri. Per finire vi è l’utilizzo delle location imprecisate, una suggestiva costante dell’opera. Il romanzo è disponibile in formato Kindle, audiolibro integrale, copertina rigida e flessibile. 

Trama del libro Il suggeritore

il suggeritore

Debby, Aneeke, Sabine, Melissa, Caroline e Sandra sono i nomi di 6 bambine sparite nel nulla. Chiunque le abbia prese ha asportato loro chirurgicamente il braccio sinistro. Gli arti vengono rinvenuti nello stesso posto, sepolti come in un terrificante rituale.

Cè un serial killer a piede libero. Per fermare quest’individuo soprannominato “Albert”, viene attivata una task force. C’è l’informatico Stern, la poliziotta Sarah, l’esperto di interrogatori Boris e il criminologo Goran Gavila.

Si aggiungerà poi anche Mila Vasquez, specializzata in persone scomparse. Uno dopo l’altro vengono ritrovati i corpi delle piccole vittime. Ogni macabra scoperta sembra inchiodare una persona diversa. Tuttavia si tratta solo di capri espiatori.

I presunti colpevoli non sono però innocenti. Ciascuno ha già ucciso, e muore prima di dare un aiuto alle indagini. Il killer è sempre in vantaggio. Il team è così disperato che decide di giocare fuori dagli schemi. Infatti viene interpellata la medium Nicla.

Con il suo aiuto si supera la fase di stallo, ma la strada è ancora in salita. Il caso si complica anche per l’intrecciarsi delle indagini con la vita privata dei membri della squadra. Ogni volta che un pezzo del mosaico va al suo posto, emerge una realtà più sconcertante.

La coesione del gruppo poco a poco verrà meno. Soltanto Mila terrò duro fino alla fine, per scoprire la verità. In mezzo a quel dedalo di vicoli ciechi troverà l’unica vera strada. Questa conduce ad un penitenziario, ad un prigioniero.

Quell’uomo senza identità è Albert. È lui il suggeritore che bisbiglia dietro le quinte il copione di questo incubo. Mila però non ha prove, soltanto certezze dettate dal suo istinto. È stato lui a orchestrare tutto dal carcere, senza muovere materialmente un dito. Che tutta la storia sia solo il primo round del match?

Il suggeritore: l’opinione dei lettori

romanzi thriller

“Nel bene o nel male basta che se ne parli”. La famosa citazione è di Oscar Wilde. È una parafrasi di un brano de Il ritratto di Dorian Gray. In pratica è meglio che una cosa susciti discussione piuttosto che silenzio e indifferenza.

Questo è proprio il caso del romanzo di Donato Carrisi. Infatti il libro ha scatenato un acceso dibattito. Coloro che ne sono stati positivamente impressionati, lo hanno definito un capolavoro. La platea è composta in larga parte dai lettori di libri thriller rimasti orfani di Giorgio Faletti.

Infatti Il suggeritore è stato più volte paragonato a Io uccido. Anche quello, un’opera prima che ha venduto moltissimo. Quelli a cui non è piaciuto lo hanno stroncato senza mezzi termini. Tra questi c’è anche una zona grigia di persone che hanno evidenziato un aspetto curioso.

Il racconto cambia decisamente dalla prima alla seconda metà. Le due parti sono apparse molto diverse in termini di stile e qualità. Sono state paragonate quasi a due libri thriller differenti, o non scritti dalla stessa mano.

Cominciamo dal “dove”

Primo neo della storia è l’ambientazione. Tanti non hanno gradito l’espediente narrativo del “luogo non luogo”. In questo modo è più difficile contestualizzare la vicenda e sentirla verosimile. Le azioni restano come sospese nel nulla, generando caos e facendo perdere il filo.

Un’altra chiave di lettura è che questa scelta sia stata appositamente voluta. Le città e i posti senza nome fanno percepire il senso di smarrimento dei protagonisti. Inoltre questa trovata permette ad ogni persona di immaginare le scene a modo proprio. Si creano così tante possibili versioni quanti sono i lettori che lo leggono.

Il libro di Donato Carrisi ai raggi X

Le svolte improvvise nella trama sono il sale di tutti i libri thriller. Però proprio come il sale, queste vanno dosate bene. Troppi colpi di scena equivalgono a…nessun colpo di scena. E qui, secondo alcuni, è inciampato Carrisi, da scrittore ancora immaturo.

La trama è eccessivamente densa di sviluppi clamorosi. Spesso diventa difficile e frustrante tenere il passo con quello che succede. Sembra che l’autore sia stato preso dall’ansia di stupire e di confezionare un prodotto sensazionale.

Molti altri hanno invece adorato il ritmo serrato e adrenalinico degno dei migliori romanzi thriller. La scrittura è scorrevole e veloce. La trama è complessa ma si segue facilmente. Allo stesso tempo però il buon Donato riesce a seminare e spiazzare il lettore lasciandolo a bocca aperta.

L’intreccio è intricato ma viene esposto con lucida chiarezza. La suspense, l’ansia e l’emozione trasmesse dal libro, restano addosso anche dopo molto tempo. A dispetto di tutto, Il suggeritore sembra il romanzo di un giallista già navigato.

Una trama che trema

libri di Donato Carrisi

Tra i punti più deboli a quanto pare vi è proprio la trama, e le motivazioni che la muovono. Gli eventi appaiono stiracchiati e forzati. Ogni intuizione e rivelazione che porta avanti il racconto è poco credibile. Alcuni elementi sono così surreali da far sembrare il romanzo uno dei peggiori albi di Dylan Dog.

Uno fra tutti la carta della medium. Qui Carrisi pare appellarsi al soprannaturale per uscire dal pantano in cui si è arenato. Le soluzioni proposte vanno accettate più per fede che per logica. In generale lo svolgimento dell’azione è innaturale e tutt’altro che spontaneo.

Sull’altra riva ci sono quelli che al contrario pensano che Il suggeritore sia uno dei libri gialli contemporanei, più completi e sorprendenti. La storia è solida e la tensione costante, tra miraggi, depistaggi, giochi d’ombre e di prestigio. La soluzione arriva quando lo decide l’autore, mai un attimo prima.

Il suo trucco più efficace è non dare respiro al lettore. Il flusso di emozioni scorre senza filtro e interruzioni. Pochi altri libri thriller riescono a sbirciare così bene nel buco nero dell’animo umano. In sintesi Il suggeritore è un tunnel dell’orrore che va sempre più in profondità.

I “figli di carta” dello scrittore pugliese

Il background di Carrisi non è solo quello accademico e professionale. Anche l’autore ha digerito la sua buona dose di libri, serie tv, film d’oltreoceano. Lo testimonia la sua piccola ossessione nell’americanizzare i personaggi. Si trattasse solo di questo, non sarebbe poi un grande problema.

Tuttavia alcuni mettono in risalto il ricorso a tanti, troppi stereotipi. Ne Il suggeritore si ritrova una vera e propria miscela di vari generi noir e polizieschi, in prestito tra cinema e letteratura made in USA. La distribuzione dei ruoli e l’uso dei dialoghi sembra sbilanciato e funziona poco.

Invece altri lettori salvano proprio i “figli di carta” dell’autore. Viene molto apprezzata la capacità descrittiva degli stati d’animo. Conoscere a fondo la loro psicologia aiuta a caratterizzarli e renderli credibili. Le vicende personali, i problemi quotidiani, li umanizzano e li fanno diventare veri.

Carrisi è un narcisista della parola?

Un aspetto indigesto del libro è stato per alcuni l’infarcitura di dettagli tecnici. Carrisi pare voler ostentare la propria preparazione e conoscenza della criminologia. Parecchi hanno visto in questo una gratuita autoreferenzialità.

Per altri la validità del racconto sta anche nell’essere simile ad un pezzo di cronaca giornalistica. Tutti i dettagli contribuiscono a dare forza e verità ai fatti. Lungi dall’essere narcisista, lo scrittore è soltanto un vero perfezionista. Il suo obiettivo è argomentare la storia senza lasciare nulla al caso.

La sottile linea del cattivo gusto

Il suggeritore è stato piuttosto criticato per la sua spietatezza descrittiva. Nel racconto ci sono diversi passaggi molto cruenti. In parecchi pensano che tanta brutalità poteva essere resa meno esplicita. Dietro questa narrazione potrebbe nascondersi la voglia di provocare sensazione tramite la leva della violenza.

Da buoni consumatori di libri thriller, molti altri hanno trovato lo stile crudo ma autentico. La ragione di questa scelta è forse determinata dalla formazione forense e giornalistica di Carrisi. L’unico fine dell’autore è quello di esprimere la dura realtà nel modo più fedele possibile.

Dopo tutto questo discorso sembra quasi che siamo noi “Il suggeritore” che ti da indicazioni sul tuo prossimo acquisto. Comunque il nostro dovere anche stavolta lo abbiamo fatto. Hai tutti gli elementi per decidere di testa tua, l’unico favore che ti chiediamo è di lasciarci un commento.

Il suggeritore
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